In quattro ore di deposizione dei due finanzieri che hanno svolto le indagini sul fallimento Way Assauto è stata riassunta tutta la fatica e la salita di quella che, sotto il nome di Astigiana
In quattro ore di deposizione dei due finanzieri che hanno svolto le indagini sul fallimento Way Assauto è stata riassunta tutta la fatica e la salita di quella che, sotto il nome di Astigiana Ammortizzatori, era stata la speranza di tenere aperta una delle industrie storiche della città. Dopo quasi due anni di rinvii, mercoledì pomeriggio è finalmente decollato il processo che vede come imputati Diego Robella, Ezio e Fabio Trinchero, allora soci dell'Astigiana Ammortizzatori. Tante le parti civili, a partire dai 200 operai che lamentano l'appropriazione da parte degli amministratori delle cifre destinate al loro fondo Cometa e il curatore fallimentare.
In aula Robella ed Ezio Trinchero che, insieme ai loro avvocati Mirate, Rattazzi e Caranzano, hanno preso appunti sulla ricostruzione della vicenda fatta dal luogotenente Menna e dal maresciallo capo Negrisuolo.
Guidati per capi di imputazione dal pm Tarditi, hanno esordito dicendo che fin da subito la Astigiana Ammortizzatori che rilevò il ramo d'azienda dalla Arvin Meritor con 240 dipendenti, si dimostrò in difficoltà finanziarie e fin da subito ricorse allo sconto bancario che è una delle fonti di finanziamento più onerose. Poche settimane dopo l'acquisizione, la società passò da un iniziale capitale sociale di 10 mila euro a quello di 1 milione di euro ma, attraverso una disamina di fatture ed uscite di cassa, l'accusa sostiene che non si trattò di un apporto diretto dei soci, ma venne drenato dalle casse e dai bilanci della stessa società.
In questo modo i soci non rischiavano di tasca loro. Questo attraverso debiti inesistenti iscritti a bilancio che venivano saldati; i soldi "uscivano" ma rientravano sotto la voce dell'aumento di capitale. Sempre secondo l'accusa, le uscite non giustificate dalle casse di Astigiana Ammortizzatori attraverso fatture per operazioni inesistenti, andavano ad alimentare un fondo che, oltre a servire all'innalzamento del capitale sociale, andava anche direttamente ad alimentare pagamenti a Robella e Trinchero senza transitare nella contabilità ordinaria.
Daniela Peira